Stampa questa pagina

Mia figlia non fa cacca perché le fa male il culetto

Scritto da

 La bambina non andava in bagno perché aveva male...

Mia figlia di 4 anni non riusciva a scaricarsi delle feci: non andando in bagno da un po' erano dure e quando aveva lo stimolo non voleva spingere per fare la cacca, perché le faceva male il culetto.

La piccola continuava a lamentare il mal di pancia, ma non riusciva a fare cacca per il dolore... come sbloccare la situazione?
Vi racconto come abbiamo fatto, perché quando è accaduto sono stati giorni brutti e avevo davvero bisogno di un consiglio.

 "Mamma non riesco a fare la cacca, mi fa male il sederino!"

Al rientro dall'estate, probabilmente complice un'alimentazone poco ricca di verdure (tornavamo dall'estero), mia figlia piccola non andava in bagno da alcuni giorni.

il risultato era che la bambina aveva mal di pancia, ma quando provava a scaricarsi erano pianti disperati.
La piccola piangeva perché cominciava a piangere perché le feci erano ormai diventate una massa importante, a furia di rimanere nell'ultimo tratto dell'intestino si erano indurite. Risultato: quando arrivava lo stimolo di andare in bagno, appena iniziava a spingere, questa massa grossa e compatta era come se graffiasse l'ultima parte dell'ano. La bambina sentiva che fare la cacca le faceva molto male e, spaventata, non spingeva... si alzava dal water e non voleva sedersi per paura che lo stimolo tornasse.

Primo passaggio: alimentazione ricca di fibre e liquidi

Per prima cosa cominciai a fare ciò che potevo per aiutarla con la dieta.

Dopo aver cucinato minestroni, averle dato prugne secche e molti liquidi, la situazione non si sbloccava. La bambina aveva lo stimolo di defecare, ma non voleva farlo per via del dolore che la popò, passando, le provocava.

Eravamo abbastanza disperate, lei perché aveva mal di pancia e non riusciva ad andare in bagno pur sentendo il bisogno di andare. Io perché la vedevo sofferente, piangeva e non sapevo come aiutarla.

Secondo passaggio la pediatra e il lattulosio

A quel punto presi appuntamento con la pediatra che le prescrisse del lattulosio, un farmaco che rende le feci molli.
Dopo la dieta molto liquida e ricca di fibre e il lattulosio le cose dovevano essere migliorate. Tuttavia il problema della paura di spingere persisteva e mia figlia non voleva scaricarsi. Si sedeva sul water e appena sentiva che le feci stavano per uscire, cominciava a piagnucolare e si drizzava in piedi perché non voleva sperimentare il dolore.

Finalmente la soluzione

A quel punto, tra il lattulosio e la dieta ricca di fibre capivo che il problema non doveva più essere il dolore reale ma la paura di provare dolore nel fare la cacca, perché ormai le feci dovevano essersi ammorbidite e non vedevo segni di ragadi (piccole feritine) nel sederino.
Acquistai dei clisteri per bambini, sono delle micro pompette con una sostanza (probabilmente glicerina) che induce le contrazioni dell'ultimo tratto dell'intestino che quindi spingono fuori la massa fecale. Dei clisteri analoghi a quelli per adulti, ma piccini piccini.
Le massaggiai il culetto con del burro di karité per proteggerlo e rendere il passaggio più semplice.

Le parlavo con dolcezza, volevo aiutarla ed ero in crisi. Le dissi per l'ennesima volta che la cacca era ormai morbida e non le avrebbe fatto male (ovviamente non mi credeva).

Le feci un clisterino. A quel punto il bisogno di defecare per lei era fortissimo, ma ancora una volta invece di rimanere sul water, si alzava.
Allora, armata di dolcezza e determinazione, quando, seduta sul water, cominciò a fare per alzarsi piagnucolando perché la cacca stava arrivando, la tenni ferma lì per qualche secondo. Costretta a mantenere la posizione seduta che le impediva di stringere il culetto, finalmente riuscì a scaricarsi.
Dopo essere finalmente riuscita a fare la popò era molto spaventata, ma mi disse che questa volta non aveva fatto male.

Il problema dei giorni successivi e il calendario della "popò che non fa male"

Il problema si pose nei giorni successivi, perché ogni volta che doveva andare in bagno (ormai si era sbloccata), non voleva farlo perché aveva paura che le faccesse male al culetto.
Ci mancava solo che cominciasse a trattenersi dallo scaricarsi, così il problema poteva riproporsi.

Dopo averle spiegato che non avrebbe più avuto male, le proposi questo gioco:
presi un cartoncino colorato e lo divisi in quadri, come un calendario. Lo misi in bagno con degli sticker colorati e un pennarello nero.

Ogni volta che aveva male metteva uno sgorbio nero sul foglio, ogni volta che non faceva male, metteva uno sticker colorato.

Mettemmo lo sgorbio nero per i 3 giorni prima in cui non era riuscita ad andare in bagno perché sentiva male, e poi attaccò gli sticker per quando si era sbloccata senza sentire male.
Ovviamente il problema era passato, quindi, un po' attratta dagli sticker, un po' potendo vedere con i suoi occhi che la cacca non faceva più male, perché non c'erano più stati "sgorbi", si dimenticò della cosa.

Da allora non ci sono più stati episodi difficili.

 

Se ti trovi a leggere questa mia esperienza so cosa stai provando e spero che la mia condivisione ti aiuti. Se ti va, raccontaci cosa ti sta capitando e cosa stai provando a fare.

 

di Barbara Siliquini

 

crediti immagine bambina sul wc: di MIA Studio su Shutterstock

Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

Articoli correlati (da tag)