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Pensami al contrario. Storie e testimonianze di DSA

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Pensami al contrario. Storie e testimonianze di DSA

Bambini che faticano a leggere, scrivere o far di conto.

Capita sempre più spesso, ad insegnanti e compagni, di ritrovarsi in classe un alunno che non sanno comprendere. Qualche volta non riesce a leggere velocemente e precisamente come gli altri: sembra costargli un’enorme fatica, le lettere si accavallano, si invertono, mancano. Oppure confonde e scrive al contrario i numeri, o ancora succede che commetta errori ortografici, nonostante l’insegnante abbia spiegato e rispiegato all’infinito.
Qualche volta lo sguardo di questi bambini vaga fuori dalla finestra: non riescono a seguire le lezioni perché chi parla procede troppo velocemente, e le parole si perdono. E così risultano “svogliati”, “pigri” e “assenti”.

DSA: Bambini con Disturbi Specifici di Apprendimento

Ed invece sono bambini e ragazzi molto intelligenti. Com'è possibile non riescano a seguire il ritmo della classe?
Si chiamano DSA, cioè Disturbi Specifici di Apprendimento e sono la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.
Se ne parla molto, ormai quasi tutti sappiamo di cosa si tratta e conosciamo quanto bastino strumenti compensativi e dispensativi perché loro possano apprendere, seguendo strade differenti e personali ma altrettanto efficaci.
Quel che non si indaga mai, quel che proprio non è facile conoscere invece è come questi disturbi - anzi queste particolarità, varietà di apprendimento - siano vissute dai diretti protagonisti.

Come vive un bambino dislessico? Quali sentimenti prova? Con quali battaglie, sconfitte, vittorie deve confrontarsi tutti i giorni? Si sente umiliato, ferito, lasciato “a parte” oppure incluso e uguale ai compagni? E i suoi genitori, quale ruolo hanno? Come vivono la dislessia del figlio? La stessa insegnante, o il professionista a cui ci si rivolge, cosa pensa?
In poche parole: cosa sono i DSA vissuti “dal di dentro”?

Un libro per raccontare come vivono i bambini con DSA

Allora, da mamme impegnate e combattenti, abbiamo avuto un’intuizione. E questa idea si è concretizzata nella cura e pubblicazione di un libro che si intitola “Pensami al contrario”.
“Pensami” - come lo chiamiamo noi - è un’emozionante raccolta di testimonianze e storie di vita che hanno come filo conduttore appunto i disturbi di apprendimento.

È scritto da 63 autori: bambini e ragazzi che hanno trovato il coraggio di raccontare la propria esperienza, genitori che hanno aperto il loro cuore descrivendo fatiche e battaglie, insegnanti attenti e responsabili, educatori e psicologi che dedicano vita e professionalità ai DSA.
Nel libro, l’aspetto emotivo è molto importante: ci sono racconti, lettere genitore-figlio, confessioni, diari, poesie, disegni che compongono un mosaico differente e simile nello stesso tempo.
Se volessimo condensare questo tesoro di emozioni in poche parole, senza così togliere il piacere della scoperta ai lettori, diremmo che i testi racchiudono un mondo fatto di scoperta, e poi dolore, frustrazione, senso di inadeguatezza, scarsa autostima, “somaro”, “svogliato”, incomprensione, ribellione, lotta, ansia, silenzio... e poi invece battaglia, amore, impegno, scoperta, forza, rivincita, gioia, opportunità e vittoria.

Adulti che si scoprono DSA "grazie" alle difficoltà dei figli.

Questa è la sostanza, perché questi bambini e ragazzi, così come gli stessi adulti che si sono ritrovati nelle problematiche dei figli e scoperti a loro volta DSA, hanno una caratteristica comune: la determinazione che si risolve nella capacità di trovare vie e strategie vincenti. Perché l'intelligenza di un dislessico è elevata e soprattutto allenata a trovare percorsi alternativi. Quindi fortemente versatile ed elastica.

Aisha: "Mi sentivo stupida"

Scrive Aisha nel suo racconto:

“I problemi sono arrivati con il quinto anno delle elementari e l'ingresso alle medie. Non sapevo leggere l'orologio, le tabelline non le memorizzavo, mi sentivo stupida. Nessuno ha mai sospettato che fossi discalculica ma, nello stesso tempo, nessuno si è mai spiegato i miei errori sempre uguali, ripetitivi e che venivano definiti “di distrazione”.

Non ho mai detto che io le cifre le vedevo ballare, che io non ho mai capito la differenza tra un cinque e un quindici. Per fortuna, e di questo vado fiera, non mi sono mai vergognata di contare con le dita, mi sono sempre data il tempo, fino a che il voto di un compito in classe non è diventato più importante della mia felicità”.
(Aisha Bongiorni. Se l’avessi scoperto prima in Pensami al contrario, ilmiolibro.it 2015)

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Genitori che combattono per i propri figli

Ci sono i racconti dei figli, ma anche quelli dei genitori quindi, che vivono quasi sulla propria pelle le battaglie, a volte filtrandole e proteggendo i propri ragazzi, a volte lottando per loro, altre incoraggiandoli a trovare una strada. Le mamme e i papà non si arrendono mai, combattono e amano infinitamente i propri ragazzi sostenendoli verso la conquista di un’autostima e un “orgoglio”, una consapevolezza della propria forza e delle potenzialità.

Racconta Pamela, una delle mamme autrici:
“Ho passato momenti di sconforto quando pensavo che insegnare qualcosa alla mia Milly fosse in realtà come scrivere sulla sabbia: dopo poco… spariva tutto. Era solo l’inizio di una lotta con la vita scolastica, con me stessa, con maestre, professori, compagni… gli anni faticosi sono trascorsi tra alti e bassi, tra gioie e dolori.
Milly oggi è riuscita a crearsi una corazza. È la mia “bambina” e ha quasi quindici anni.
Poco tempo fa ho deciso di scriverle una lettera. Sentivo il bisogno di chiederle scusa, forse di perdonare anche me stessa per quel periodo troppo lungo che ci aveva destabilizzato prima della diagnosi: dislessia.
La mia lettera diceva così:

“Cara la mia Milly, ora sei una ragazzina di quasi quindici anni e dirlo mi fa uno strano effetto.
Ti guardo e ti vedo crescere a vista d’occhio. Sei così bella, hai buon gusto nel vestire e nel tenere quei tuoi meravigliosi e voluminosi capelli. Hai imparato a truccarti e a far risaltare i tuoi occhi.
Chissà poi perché li trovi piccoli?
Sono sempre loro che catturano la mia attenzione: sono così vivi, espressivi e lo sai... una mamma sa leggere anche attraverso quelli.
Quando eri più piccola quegli occhi sembravano spenti e impauriti. Troppe volte nel tuo sguardo ho visto una bambina incompresa che faceva fatica a credere in se stessa. Ora li ammiro per la determinazione e il coraggio.

Ti manca l’esperienza, certo, ma le basi sono solide, le radici forti e in te non posso che vedere un robusto alberello pronto a vivere tutte le stagioni della tua vita futura.
Hai scelto una scuola difficile ma ti sei conquistata stima e affetto. Certo non sono tutte rose e fiori, tutti pretendono molto da te e lo so che a volte trovi ingiusto il fatto che, nonostante gli sforzi, sembra sempre non bastare mai.
Voglio tu creda che tutte le strade siano percorribili, tutti gli obiettivi raggiungibili e che a nulla serve la mentalità di chi crede ci siano scorciatoie o che sia sufficiente mirare basso.

Quello che vorrei dirti è che mi sono resa conto tardi, che tra i tanti errori involontari che ho fatto (perché noi mamme siamo così, sbagliamo come tutti gli altri esseri umani, non siamo perfette), ho trascurato di spiegarti alcune cose.
Ho sottovalutato il fatto che mi sarei dovuta fermare, chiederti di metterci comode sul divano e spiegarti cosa fosse la dislessia. Ho dato per scontato che tu avessi capito.
Forse è anche per questo che oggi difficilmente ti apri e dichiari con tranquillità: sono dislessica.
La tua grinta ti ha fatto più volte superare esami, test, esibizioni.

Ricordati sempre che la dislessia è parte di te ma non è nulla in confronto a tutte le qualità, alle virtù che hai. A tutto quello che sei nel quotidiano. Sai ballare, ami suonare il pianoforte, disegni con cura e precisione, vuoi viaggiare e hai tanti sogni.
Hai già compreso che ci vuole costanza, pazienza e disciplina anche per sognare.
E io sono felice di questo e sarò sempre vicina a te per sostenerti.
I sogni vanno coltivati e trattati con cura: sempre e comunque.

La tua mamma”
(Pamela Pozzati, Credi nei tuoi sogni? In Pensami al contrario, il miolibro 2015)

Trasformare i DSA in opportunità

“Pensami al contrario” raccoglie anche esperienze di insegnanti e psicologi, ed ha ricevuto anche tre grandi regali: una presentazione scritta dal Dott. Gianluca Lo Presti; un’introduzione scritta dalla Dott.sa Emanuela Iacchia, e un racconto conclusivo di Giacomo Cutrera che, sdraiato in un prato, tra fiori selvatici e cielo, ci immerge nei suoi pensieri. Sono tre punti di riferimento molto importanti e conosciuti tra i DSA.

Quel che noi cerchiamo di far emergere, in questo libro, è la possibilità di trasformare questi “disturbi” in “opportunità”, il che richiederebbe semplicemente un sistema scolastico sufficientemente elastico ed inclusivo da tollerare le diverse modalità di apprendimento individuale.

“Leggendo il libro, racconto dopo racconto, a noi sembra che le soluzioni stiano tutte lì, tra le parole. Facilissime perché hanno a che fare con la fantasia, la libertà, l’empatia, l’ascolto, l’osservazione e l’amore.
Imparate quindi a “pensare al contrario” di quel che pensavate dei ragazzi DSA. Partite da un vuoto, cancellate i preconcetti o le vostre convinzioni e leggete questo libro. Vi porterà lontano senza darvi soluzioni, solamente mostrandovi la strada da percorrere.” (cit. nota delle curatrici)

È soprattutto utile e necessario “pensare al contrario” ossia liberarsi dalle proprie idee, leggere il libro e guardare le cose da un punto di vista differente, perché cambiare prospettiva, entrare nelle cose, aiuta a capirle meglio e ad aprire la mente di chi non riesce ancora a guardare oltre.

Daniela Conti e Anna Paris

pensami al contrarioÈ possibile acquistare il libro su www.ilmiolibro.it
Direttamente su ilmiolibro.kataweb.it
oppure sul sito de laFeltrinelli.it
E' ordinabile nelle librerie Feltrinelli d’Italia.

Per info o invii diretti via posta, contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Parte degli autori devolve il ricavato dei diritti a due associazioni: AID e l’Associazione “Luce” di Alghero. Il libro rispetta i criteri di alta leggibilità per DSA.

 

Cover Image: Student with low self esteem on Shutterstock
Immagine all'interno dell'articolo:  Abusive words hurt on Shutterstock

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