Sport per i bambini: si o no?

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Iscrivere o no i figli a sport?

Ricomincia l'anno scolastico. Oltre alla scuola è tempo per i bambini (e per noi!) di riprendere gli sport... o no?

Se consideriamo i mali del nostro tempo, sicuramente dobbiamo parlare degli effetti disastrosi della sedentarietà.
Analisi recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, mostrano come la sedentarietà sia la causa del 30% dei disturbi del sistema cardio-vascolare, il 27% di malattie collegate al diabete e per un 20% circa anche l’origine di tumori, in particolare al seno e al colon. Ciò significa che per mortalità, la sedentarietà causa tante vittime come il fumo.

Purtroppo oggi anche i bambini subiscono le conseguenze delle abitudini sedentarie, visto che viviamo nell’era digitale e sin da piccolissimi si abituano ad utilizzare strumenti tecnologici, come smartphone, tablet, computer e videogiochi, che limitano la loro attività motoria e tolgono spazio ai giochi tradizionali, l’allenamento ideale che da sempre aiuta i più piccoli a stare in movimento.

Tra le raccomandazioni dell’OMS, per i bambini e ragazzi nella fascia di età tra i cinque e i diciassette anni, l’attività fisica dovrebbe essere svolta quotidianamente, in particolare almeno un’ora al giorno di attività energica, semplici giochi che comunemente i bambini fanno tra loro o tra le pareti domestiche, e almeno tre volte a settimana esercizi specifici per rafforzare i muscoli, che potrebbero essere il coinvolgimento in una disciplina sportiva.

Certo bisogna considerare che la scelta di una disciplina sportiva è assolutamente personale, è bene capire quale tra le tante opzioni sia la più indicata e quale sia lo sport più adatto ad ogni bambino, è altresì fondamentale confrontarsi con lui sulle sue preferenze e valutare le sue capacità, magari facendogliene provare diversi. 

Ad ogni modo, come prima cosa, i bambini non dovrebbero perdere le buone abitudini come giocare all’aria aperta o in casa muovendosi, saltare, correre, usare la bicicletta o semplicemente camminare per gli spostamenti quotidiani. Sarebbe bene anche stimolarli a trovare uno sport che li appassioni (Leggi: Scegliere lo sport in base al carattere Bambini e sport: quale scegliere), calcio, pallacanestro, pallavolo, pattinaggio, ginnastica artistica, danza o anche tennis, uno degli sport che, come ampiamente descritto nell’articolo di Pangeadonne, ha innumerevoli benefici, oltre al rafforzamento muscolare agisce anche a livello psicologico sulla capacità di coordinamento e la prontezza dei riflessi.

Non solo la regolare attività fisica e una sana alimentazione prevengono i disturbi legati alla sedentarietà, che potrebbero sorgere in età adulta, ma la stessa OMS segnala che l’attività motoria è indispensabile sia per lo sviluppo dei tessuti muscolo-scheletrici, in particolare delle ossa, dei muscoli e dei legamenti, sia per il buon funzionamento del sistema cardio-vascolare ed endocrino-metabolico, fondamentale nell’età dello sviluppo. Inoltre muoversi frequentemente aiuta a coordinare meglio le varie parti del corpo, accresce la capacità di controllare i movimenti ed è un fattore che influisce in modo determinante, sulla riduzione del rischio di sovrappeso, altro fenomeno diffusissimo tra i bambini.

Già nel 1952, Piaget, uno dei principali esponenti francesi della psicologia cognitiva, sottolineò quanto sia importante l’attività fisica per lo sviluppo cognitivo del bambino. I bambini infatti, sin dai loro primi anni di vita, hanno bisogno di interagire con l’ambiente circostante, non a caso autonomamente iniziano a gattonare, strisciare, camminare e saltare. E’ proprio esplorando l’ambiente attraverso questi movimenti, che riescono a sviluppare le loro capacità cognitive. Sviluppare le abilità motorie è quindi fondamentale anche per lo sviluppo delle capacità psico-cognitive. Inoltre partecipare a sport di gruppo, giocare all’aria aperta, scoprire il mondo passeggiando a piedi o in bicicletta, sono tutte attività che aiutano i bambini ed i giovani a rafforzare la fiducia nelle proprie capacità e quindi aumenta l’autostima, favorisce le relazioni sociali con i propri coetanei, tutti fattori che li aiuteranno da adulti a gestire meglio lo stress e ad evitare di incorrere in disturbi psicologici, quali ansia, attacchi di panico e depressione.

Elisa

 

crediti immagine bambino che gioca a tennis: JJ pixs si Shutterstock

Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

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