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L'infibulazione: verso la risoluzione ONU

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L'infibulazione femminile è la mutilazione delle parti intime, con l'asportazione delle piccole e grandi labbra e del clitoride e la cucitura della vulva, lasciando solo un piccolo orifizio per far passare urina e sangue mestruale... 
Questa pratica da brividi, che sembra impossibile possa esistere ancora e sia mai esistita, è in realtà molto diffusa nell'Africa orientale e nonostante in molti Paesi sia vietata, in Paesi come l'Egitto e la Somalia è ancora praticata al 90%

140 milioni di bambine hanno subito questa barbarie. Due milioni sono a rischio. Queste le ultime stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sull'infibulazione nel mondo.

Come viene praticata e perché l'infibulazione

L'infibulazione viene praticata su bambine molto piccole, in genere senza anestesia e con utensili comuni: lamette, spine di acacia per suturare...

La pratica avrebbe il senso di mantenere la donna vergine, fino a che un uomo non si farà strada dentro di lei utilizzando prima uno strumento tagliente per riaprire la cucitura, e impedirle di provare piacere sessuale.

La donna perde completamente la possibilità di provare piacere sessuale a causa della rimozione del clitoride e i rapporti diventano dolorosi e difficoltosi, spesso insorgono cistiti, ritenzione urinaria e infezioni vaginali, le mestruazioni sono dolorosissime perché il sangue spesso non defluisce.

Al momento del parto il bambino deve attraversare una massa di tessuto cicatrizzato e reso poco elastico a causa delle mutilazioni; in quel momento il feto rischia di non ricevere ossigeno al cervello con possibili danni neurologici.
Nei paesi in cui è praticata l'infibulazione, inoltre, è frequente la rottura dell'utero durante il parto, con conseguente morte della madre e del bambino.

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Hirsi Ali, politica e scrittrice nata in Somalia, molto attiva sui diritti delle donne nei paesi islamici dice "L'escissione (l'asportazione del clitroide ndr) non rimuove il desiderio o la capacità di sentire il piacere sessuale. L'escissione è per le donne crudele da diversi punti di vista. È fisicamente crudele e doloroso; inizia le ragazze ad una vita di sofferenze. E non è neppure efficace nel raggiungere l'obiettivo di rimuovere il loro desiderio."

Un aiuto arriverà dall'ONU...

Fin'ora l'infibulazione NON è stata considerata reato da parte degli organismi internazionali, per questo si battono da anni in molti, ma come sempre nelle cause tra i molti sostenitori vi sono i molti detrattori...

E' dunque un grandissiomo passo avanti, per tutta l'umanità, l'approdo all'ONU del testo di una risoluzione che dichiarerebbe l'infibulazione un reato contro l'umanità. Il testo è stato redatto dal Gruppo delle Nazioni africane e, se tutto va come deve, a dicembre verrà votato.

Si tratta di una svolta importante, un risultato che cambierà la percezione di una pratica che fino ad oggi è stata "giustificata" come facente parte delle tradizioni di alcuni popoli

Emma Bonino, impegnata da più di 10 anni nella lotta all'infibulazione a livello internazionale, fondatrice di Non c'è pace senza giustizia, l'associazione che si occupa di questa causa, ha accolto con entusiasmo la notizia: "Una pietra miliare: per la prima volta la comunità internazionale, su spinta dei paesi interessati, si accinge ad adottare un testo che bandisce questa pratica come violazione dei diritti umani fondamentali".

La situazione infibulazione in Italia

In Italia, come nel resto d'Europa, la pratica dell'infibulazione è reato, ma le bambine che vengono torturate sono circa 40.000. Si tratta del dato più alto dell'intera Europa.
L'IdV ha presentato un'interrogazione al Ministro della Salute Balduzzi: "In Italia la legge n. 7 del 9 gennaio 2006, vieta la mutilazione genitale femminile, punendo chi la pratica con pene fino a 12 anni di reclusione e, per il medico che ne fosse autore, con l'interdizione dalla professione.

Secondo l'INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle Popolazioni Migranti del Ministero della Salute) nel nostro Paese ci sarebbero ancora alcuni medici e anziane donne delle comunità migranti che, a pagamento, praticano l'infibulazione, spesso senza anestesia e con strumenti non sterili. Per aggirare le misure previste dalla nostra normativa, le bambine vengono spesso ricondotte nel Paese d'origine per subire l'orrenda procedura.

In molti Paesi europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica vaginale o in quelli che effettuano piercing e tatuaggi - spiega il capogruppo Idv in Commissione affari sociali -. Per questo, chiediamo al ministro della Salute Balduzzi se non intenda avviare uno studio per definire il fenomeno dell'infibulazione in Italia anche in rapporto a quanto previsto dalla legge 7/2006 e promuovere campagne di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che pare tutt'altro che superato, con particolare attenzione alle scuole e quindi a giovani e adolescenti».

Un libro bellissimo per approfondire

waris-dirie-fiore-del-desertoVi segnaliamo il bellissimo libro Fiore nel deserto di Waris Dirie, top model degli anni '80, uno dei volti del Calendario Pirelli, bambina infibulata... 
Il libro è molto bello, racconta la sua vita incredibile e la sua missione al servizio della causa contro l'infibulazione.

Waris Dirie è nata in Somalia, in mezzo al deserto. Dopo aver subito da bambina la terribile mutilazione genitale femminile, fugge dalla sua famiglia, ancora poco più che bambina, per non andare in sposa ad un vecchio pastore di capre.
Tra mille vicissitudini Waris arriva a Londra, diventerà una delle modelle più richieste del mondo, fotografata per il Calendario Pirelli e in prestigiose campagne pubblicitarie. Oggi ha due figlie e vive a Brooklyn, New York.
E' il portavoce ufficiale di "Face2Face", la campagna internazionale dell'ONU contro le mutilazioni genitali femminili.

 

 

Siamo speranzosi di poter festeggiare la rislozione ONU, che sarebbe un traguardo fondamentale nella lotta a questa pratica aberrante sia dal punto di vista fisico che psicologico. Un passo avanti nel regalare ai nostri figli un mondo migliore.

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