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Adozione: un percorso di accoglienza

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L'esperienza di adozione raccontata passo per passo.

Accogliere. Questa semplice parola può racchiudere il senso della maternità, e aprirsi alla vita è l'atteggiamento giusto per sentire la genitorialità con responsabilità e consapevolezza. Ma come si diventa genitori? Certamente non si nasce. Ci si forma in un percorso che non necessariamente ha inizio con una maternità/paternità biologica, se è vero che essere genitori significa accogliere e aprirsi all'altro che viene nella nostra famiglia per fare famiglia. Ciò lo sa bene chi ha deciso di intraprendere la nobile strada dell'adozione, dove la coppia viene sottoposta ad una serie di prove volte appunto a sviluppare l'amore donato. E la cosa è tutt'altro che scontata, e ognuno ha il suo tempo per svilupparla.

Lo racconta a tutti, genitori naturali e non, Ilaria che insieme a suo marito Gianluca ha accolto nella sua famiglia Arianna, 5 anni, di origine russa, per la quale qui è stato usato un nome di fantasia. "E' amorevole - dice la neo mamma - la gioia della nostra casa". Entrambi i genitori hanno il diploma di Counselor, figura professionale che risponde alla domanda di aiuto di un singolo in una difficoltà transitoria. Scopriamo insieme a lei verità e miti sull’adozione.

L'adozione è un'impresa possibile

Ma perché alcune coppie sono reticenti nell’adottare un bambino? "Di certo è un'impresa, ma non impossibile - risponde Ilaria - fatta di moltissimi step necessari sia dal punto di vista burocratico che medico. Il modo giusto di prenderla credo sia quello di considerare tutti i passaggi come un percorso continuo di apertura della coppia. Spesso la prima difficoltà che si deve superare è dentro se stessi, sciogliendo quel misto di paure e dubbi che accompagnano un passo grande da compiere, alimentato dal dolore per l'impossibilità di diventare genitori naturalmente.

Quando una coppia si decide per l'adozione spesso questa è vissuta come l'ultima possibilità di diventare genitore. Perciò tensione e paura sono normali sentimenti".

Nell'adozione i papà sono avvantaggiati

Pare che le donne abbiano maggiori difficoltà. "E' condizione imprescindibile all'adozione, compiere la decisione in due, in comune e bilanciato accordo. Spesso le donne hanno paura di non essere capaci di accogliere con accettazione incondizionata un bambino senza il legame biologico. Gli uomini in questo risultano più avvantaggiati perché anche il padre naturale deve comunque accogliere una nuova creatura nella sua vita e la paternità scatta alla vista del bambino, mentre alla donna molto prima. E' importante sapere invece che il legame d'amore figlio/genitore si crea sempre, perché ogni coppia è predisposta all'accoglienza di un bimbo, indipendentemente dal legame biologico”.

Il primo passo per l'adozione: il Tribunale dei minori e il Centro di adozione

E così sciolti i dubbi iniziali all’interno della coppia ci si rivolge come prima cosa al Tribunale dei minori del proprio ambito di residenza. Qui si prende tutta la documentazione necessaria per iniziare la pratica di adozione.
Dunque si passa al Centro di adozione attraverso il quale la coppia frequenterà un corso di 16 ore distribuite in 4 giornate. Sono incontri gestiti da un assistente sociale e uno psicologo.

“Frequentare questo corso è molto importante e non soltanto perché rilascia un attestato che poi farà parte della documentazione da consegnare al Tribunale dei minori, ma sia perché si ha la possibilità di confrontarsi con altre coppie nella stessa situazione non sentendosi soli, sia perché è un primo ostacolo da superare. Da ogni incontro infatti si esce turbati dalle difficoltà riportate dagli operatori. Noi abbiamo avuto addirittura l’impressione che volessero scoraggiare a continuare il percorso adottivo chi non fosse profondamente motivato. Forse con questo atteggiamento desiderano rafforzare nelle coppie il senso di responsabilità di questa scelta”.

Comunicare la decisione alla propria famiglia

E’ in questa fase che si deve comunicare alla propria famiglia d’origine, i futuri nonni, della decisione di adottare un bimbo. “Per affrontare bene questo passaggio occorre prendere coscienza che avere un figlio non è solo una decisione della coppia, ma di tutta la famiglia in senso più allargato. Perché si avrà bisogno del sostegno di altri componenti della famiglia”.

L'incontro personale con lo psicologo

Infine ecco un altro duro scoglio di fronte al quale molte coppie trovano difficoltà: l’incontro personale con un altro psicologo e un’altra assistente sociale, e questa volta da soli.
“Si affronta meglio questo incontro se si vede come alleati queste figure professionali, e non come coloro che vogliono fare violenza sulla propria privacy. Secondo la mia personale esperienza posso dire che tutti gli step voluti dalla legge devono essere vissuti come possibilità e non come dovere.

Prima di accogliere un bambino è necessario aprire se stessi.

Coloro che hanno difficoltà a questo punto è forse perché non sono abituati a parlare di sé, oppure perché il contatto con uno psicologo può metterli a disagio”.

Il Decreto di Idoneità all'Adozione

Superato questo passaggio, in possesso anche della relazione dello psicologo e dell’assistente sociale, si è pronti per consegnare tutta la documentazione al Tribunale dei minori, un incartamento che passa ad una persona esperta in diritti del minore che farà da giudice della coppia. Mediamente dopo 6 mesi il giudice chiederà un incontro con la coppia che sarà decisivo per redigere il Decreto di Idoneità all’Adozione che ha un anno di validità.

La prima fase è conclusa.

Adesso alla coppia si presenta la scelta tra adozione internazionale o nazionale, e se internazionale presso quale Paese.

[continua nel prossimo articolo "Dal Decreto di idoneità all'adozione ad avere una figlia"]

di Valeria Nanni
Giornalista esperta in tematiche sociali e culturali, appassionata di street photography. Collabora con la direzione dell'Accademia di Danza Città di Scandicci dove è a stretto contatto con genitori e allievi di tutte le fasce d'età. Autrice di progetti di valorizzazione territoriale. Viaggia spesso usando lo spirito della storica dell'arte, coinvolgendo sempre la sua neo famiglia.

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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