Adolescenti: Come sono e come mi vedi

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 L’immagine che ognuno ha di sé prende forma lentamente in base alle risposte che riceviamo dagli altri: scopriamo così come gli altri ci vedono e cosa si attendono da noi. 

Sembra quindi che per sapere chi e come siamo dobbiamo chiederlo agli altri.

In adolescenza la costruzione di una propria immagine sembra essere una questione fondamentale. Se nell’infanzia contano soprattutto i giudizi dei genitori, in adolescenza diventano determinanti quelli dei coetanei o comunque del mondo esterno alla famiglia.

Dietro alla semplice richiesta al genitore “posso tornare a casa più tardi?” l’adolescente nasconde il messaggio “mi vedo come uno che è diventato grande e quindi può farlo”, ma implicitamente chiede conferma “ tu mi vedi grande abbastanza?”. Nello stesso modo porrà ai suoi coetanei domande, come per esempio “studiamo insieme”, per avere conferma dell’essere desiderato, riconosciuto e apprezzato.

 

Le gite scolastiche mettono in crisi l’adolescente perché si sente troppo esposto alla possibilità che il gruppo di compagni lo emargini o lo rifiuti. Ricordo un papà che non si capacitava perché la figlia di 12 anni si rifiutasse di andare. Il giorno precedente alla partenza era esplosa in un pianto inconsolabile e rabbioso nei confronti dei genitori, rei di averle dato questa occasione. Il rimprovero mosso consisteva: “perché mi avete messo in questa situazione?”.

Di certo il nido rassicurante di mamma e papà permette di evitare il confronto con la realtà “sono abbastanza simpatica dall’essere desiderata dai miei compagni” oppure “qualcuno sceglierà di dormire in stanza con me o non mi rimane che la compagnia della Prof?” ma anche più inconsciamente rivolto ai genitori “ce la farò a stare senza di voi?” .

Se i genitori non daranno fiducia al giovane concedendogli questa opportunità di crescita e di confronto, rafforzeranno il legame di dipendenza a svantaggio di una presa di fiducia nei confronti del mondo esterno e dello sviluppo dell’autostima. Al contrario se l’intervento dei genitori viene meno l’adolescente sarà costretto a mettere in pratica tutte le sue risorse per meglio farsi apprezzare dal gruppo.

Non bisognerebbe quindi rimandare le occasioni che impegnano l’adolescente in compiti evolutivi importanti per la costruzione di un’immagine di sé e per un buon inserimento sociale.

 

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
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Luisa Marchionni

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
marchionni.luisa@gmail.com

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