Ad ogni passo c'è chi ti chiede conto del prossimo: a quando le nozze, a quando un figlio, e la sorellina...
A volte vorremmo che inostri figli fossero più coraggiosi, meno sensibili, più calmi... ma loro sono loro.
Le mamme blogger sono online, ma non solo. I blog a volte escono dalla Rete e si trasformano in carta. Molti sono i libri tratti dai blog, inconfondibili per lo stile dissacrante e l’umorismo che li contraddistingue.
E l’estate è il momento ideale per concedersi una pausa e prendersi un po’ in giro, per riflettere sul fatto che non siamo le uniche a vivere certe situazioni al limite dell’inverosimile.
"Le tasche piene di sassi". Quando ho sentito per la prima volta questa canzone di Jovanotti – Lorenzo Cherubini, come si fa chiamare ormai da diversi anni, ossia da quando ha smesso di dare il cinque e ha iniziato a regalare molte emozioni in più – non sapevo esattamente di cosa parlasse. Però la sensazione era forte, profonda, inequivocabile.
Solo alla mamma puoi dire che “ti ha lasciato solo” e che deve “venirti a prendere”. E' lei, chi altro?, che ti ha portato su questa terra e poi d'un tratto ti lascia solo.
La solitudine che lascia la mamma non ha fondo, è un buco nero in cui puoi gettare monete per esprimere un desiderio, ma il rumore metallico di un rimbalzo o quello di un tuffo nell'acqua non lo sentirai mai per quanto tu tenda le orecchie.
Non è che voglio approfittarmi di questo spazio per pubblicizzare amici e parenti; peraltro, almeno in questo caso, non si tratta di propaganda per ottenere voti o raccogliere guadagni, né dell'intenzione di voler dare in affitto uno dei padri di cui parlo.
Però, mi capirete, potrei mai parlare di giovani papà senza citare mio fratello? Quello che mi fa ridere da una vita, che mi ha aiutato a crescere e a prendermi meno sul serio, lo stesso che è entrato nel mondo impervio dei genitori solo tre mesi dopo di me?!
Allora, dove eravamo rimasti? Ah sì! L'altra metà della mela... e dicevamo che ce ne sono di tutti i tipi, no?!
Ecco, il secondo esempio di bella metà paterna che mi viene in mente è il mio amico Luca; in realtà è l'alter ego di mio marito: compagni di squadra sui campetti di provincia – anzi, compagni di reparto, due difensori incalliti, Luca ancora di più dato che non si decide ad attaccare gli scarpini al chiodo – amici, gemelli diversi che si sono smarriti ad un certo punto della propria adolescenza (complice il trasloco di uno dei due fuori città) e ritrovati per caso, grazie a una di quelle coincidenze che fanno gridare al destino. Ma Luca non è solo l'amico storico di mio marito, è il marito della mia amica Fra (è vero, lo ammetto, la nostra amicizia è successiva alla loro, ma il tempo per noi donne non conta no?!): il moro e la bionda, la nostra famiglia allargata.