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Foto ricordo con passeggino vista mare

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Laura, autrice di "Forse le mamme sono supereroi", ci scrive direttamente dal mare... peripezie quotidiane dalle vacanze...

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In vacanza i bambini vanno trasportati, anche controvoglia. 

Tempo 3 giorni di vacanza al mare, e chi è contrario, cambia idea. Questione di sopravvivenza. Se fino al giorno prima di partire per il mare, quando ancora si avevano pretese educative, si invitava il piccolo figlio duo-cinquenne a camminare con o senza manina, improvvisamente, appena arrivato al mare, eccolo che ritorna ad essere trasportato.


Se non si è così fortunati da avere una casa in riva al mare, il tragitto alloggio – mare e mare – alloggio diventa interminabile se bisogna pure seguire il passo del piccolo o peggio DEI PICCOLI (se i figli sono più di uno il tempo impiegato per percorrere lo stesso spazio aumenta in maniera esponenziale!). 

 

Lo sforzo sostenuto per affrontare il tragitto è di per sé enorme e richiede un gran dispendio di energie e sudore in quanto è chiaro che il piccolo non è l'unico ad essere trasportato: si aggiungono la borsa per la spiaggia, il canottino, il coccodrillo gonfiabile, l'ombrellone, la borsa – rete con i giochi ecc. (ma questa è un'altra storia...).

Torniamo al punto. Ogni famiglia sceglie il mezzo di trasporto che ritiene più comodo e adatto, anche se di fatto, quello realmente più comodo, sarebbe il lancio del bambino direttamente in spiaggia tipo palla da rugby, quindi semplicemente, non esiste.
Il più gettonato è sicuramente il passeggino. In versione estiva e ultraleggera. Semplice e pratico. O almeno così ci era sembrato al momento dell'acquisto... se non ha la rete portaoggetti, già si è fregati.

Spingere e contemporaneamente caricarsi sulle spalle il resto dei bagagli è semplicemente una tortura. Alla fine del tragitto le braccia non sono più in grado di contrastare la forza di gravità.
Sono stati avvistati papà con figli sulle spalle e tutto il resto caricato sul passeggino; ottimo escamotage questo, fintanto che il pupo non è stanco e rischia di accasciarsi sulla testa del padre sobbalzando addormentato ad ogni passo...

Falsamente importante è anche l'ombrellino parasole o il tettuccio: falsamente perchè si è al mare e se si cerca l'ombra meglio starsene a casa, e poi perchè tanto, appena si fa una curva, il pupo è di nuovo al sole.
In realtà questo è anche un ottimo sistema per capire se il bimbo si è addormentato dopo averlo sballottato per una una mezz'ora abbondante cercando di stordirlo con la ripetitività delle oscillazioni; sguardo fisso...quasi ci siamo...esposizione alla luce solare diretta: nessuna reazione! Ok, il bimbo è davvero addormentato.

Bene, “con rischi indicibili e traversie innumerevoli” (i più attenti quasi quarantenni fra voi avranno certamente riconosciuto la citazione dal film “Labirinth”), si è arrivati alla spiaggia (dopo sosta all'edicola perchè il papà ancora si illude di potersi mettere sotto l'ombrellone e leggere tranquillamente il giornale - oh tapìno!).

Ora però viene il bello: trasportare il passeggino sulla sabbia! Missione quasi impossibile. Parte la musica (“Eye of the tiger” dal film “Roky” potrebbe andare).
Lei spinge e si accorge che il passeggino si arena, si impunta e il pupo rischia di essere sbalzato in avanti faccia sulla sabbia. Nell'impatto fuoriescono oggetti dalla rete portaoggetti. Lei si china a raccoglierli e fulmina con lo sguardo il marito che, mentre aspettava, tentava di sbirciare le notizie in prima pagina. Allertato dalla minaccia, subito si attiva in soccorso della moglie e con fare spavaldo di chi la sa lunga, prende in mano la situazione e gira il mezzo al contrario, lo posiziona obliquo sulle due ruote posteriori ed inizia a trascinarlo sulla sabbia con aria soddisfatta.
Il bimbo si diverte un mondo, il padre fa i primi metri con leggerezza e con una mano sola, vantandosi della sua abilità... ma l'idillio dura poco: l'operazione richiede un allenamento da atleta (che di solito i padri non hanno o non hanno più).
La mamma che seguiva sollevata, inizia prima a preoccuparsi e, in un secondo momento, a divertirsi a vedere la faccia di quell'uomo con quel giornale sottobraccio, trasformarsi in una maschera di sofferenza.

Termine della corsa per fortuna. Ora viene la seconda parte, che non è il riposo del guerriero, ma...crema solare-castelli di sabbia-formine-bagnetto-gonfiare canottino-salvagente-bandanina sulla testina-merenda-sete-sonno.....e chi lo legge più il giornale???

di Laura Vernaschi

autrice di "Forse le mamme sono supereroi"
Potete contattare Laura su Facebook come: Mamma Laura 

 

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