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Le scuole parentali in Italia

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 Cosa sono e come funzionano le scuole parentali

L'educazione parentale o istruzione parentale (homeschooling per chi preferisce i termini angolofoni) è una realtà in grossa crescita in Italia, si stima che siano più di un migliaio i bambini che non studiano a scuola. In realtà però molti di questi bambini vanno effettivamente a scuola, in una delle tante scuole parentali.

Cosa sono le scuole parentali? Sono soggette alle stesse regole delle scuole private o hanno un diverso funzionamento?  In questo articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza sul fenomeno dell’educazione parentale in Italia, in particolare per quel che riguarda le cosìdette “scuolette”.

Scuole parentali e homeschooling

Abbiamo parlato nella nostra Guida completa all’homeschooling di istruzione parentale, accennando al fatto che l’homeschooling può essere portato avanti in autonomia o anche con un gruppo di genitori che si associano per creare una scuola parentale o che scelgono alcuni educatori e insegnanti che si occuperanno dei bambini o ancora una situazione ibrida in cui sia i genitori che gli educatori sono partecipanti attivi del progetto.

Intanto partiamo dall’inizio, l’homeschooling o istruzione parentale è la possibilità di occuparci personalmente dell’istruzione dei nostri figli senza delegare questa importante funzione alla scuola.


"E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire e educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi d’incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. (…)" 
Art.30 Costituzione

Quindi sì è possibile non mandare i propri figli a scuola ed è legale. Dai 6 anni in poi, cioè l’età in cui inizia l’obbligo di istruzione, i genitori hanno l’obbligo di comunicare ogni anno al Comune (o al Dirigente Scolastico) che si assumono personalmente il compito di istruire i propri figli cioè tramite il ricorso all'istruzione parentale.

I “puristi” sostengono che si possa parlare di homeschooling solo quando è il genitore stesso a seguire il bambino nel suo processo di apprendimento ma esistono veramente tantissime varianti e ogni famiglia funziona in modo diverso, diciamo che la prima cosa che un genitore dovrebbe chiedersi è quale parte dell’istruzione (e dell’educazione) di suo figlio vuole demandare e di quale invece vuole occuparsi personalmente.
Nel caso i genitori non desiderino occuparsi personalmente dell'apprendimento o preferiscano che avvenga in un gruppo di coetanei, allora può aver senso cercare sul territorio una  delle scuole parentali già attive o un gruppo di genitori con cui organizzarsi.

 

Come nascono le scuole parentali

Se nel territorio non esistono già gruppi di genitori attivi o non vi piace l’orentamento che hanno (ne parliamo più avanti nell'articolo), potete pensare di creare un nuovo gruppo a partire da interessi e attività in comune. 

Far nascere una scuola parentale è un processo lungo e impegnativo, non solo dal punto di vista burocratico ed economico. Purtroppo in questa fase storica non siamo molto abituati a lavorare insieme e il tema dell’istruzione dei propri figli è sicuramente un tema molto sensibile, soprattutto per i genitori che hanno scelto di stare al di fuori del sistema scolastico tradizionale. Spesso nei gruppi di genitori nascono conflitti e divisioni di difficile soluzione.

La prima cosa da fare quindi è quella di incontrarsi e prendersi cura della relazione tra i genitori, chiarire bene quali sono le esigenze e i bisogni importanti di ciascuna famiglia e cercare dei punti in comune da cui partire.

E’ importante iniziare a incontrarsi molto prima della nascita vera e propria della scuola, ci può volere anche un anno o due prima che il progetto si concretizzi.

 

Problemi legali e amministrativi

Tra i problemi che un gruppo di genitori affrontano nelle scuole parentali ci sono quelli legati alla legislazione che purtroppo in questa materia è lacunosa.

Una volta definito il progetto è importante trovare la forma giuridica migliore, che può essere un’associazione o una Cooperativa, la scelta dipende anche molto dal fatto che ci siano degli educatori retribuiti o no.

Oltre alle associazioni e alle Reti che possono fornire le informazioni di base è importante cercare un commercialista con esperienza in materia ed eventualmente anche un legale per comprendere bene le responsabilità civili e penali di chi si occuperà dei bambini e quali sono le norme di riferimento.

Altra cosa da tenere in considerazione è la sostenibilità economica della scuola, soprattutto nel caso ci siano da pagare l’affitto di un locale e gli educatori. Spesso le scuole si sostengono con l’apporto dei genitori, con le cene sociali, con le donazioni e a volte con il supporto di enti pubblici e privati, magari utilizzando strutture del Comune o di altre associazioni.

Scuole parentali libertarie, Montessori o Steineriane

Molte scuole parentali si ispirano in parte o del tutto ad un orientamento pedagogico.

Le più importanti sono:

  • scuola libertaria o democratica: il concetto principale di questo orientamento è la capacità del bambino di prendere decisioni autonome individualmente o in gruppo. Non ci saranno quindi obblighi o decisioni prese dall’alto. In Italia lo sviluppo delle scuole libertarie si deve a Francesco Codello ma abbiamo diversi esempi anche al di fuori dell’Italia come la famosa scuola di Summerhill.
    (Per aprofondire: I ragazzi felici di Summerhill, di Alexander S. Neill e M. Amante).
  • scuola Montessori: nei contesti in cui non è stato possibile far nascere una vera e propria scuola Montessori spesso vengono create delle piccole realtà che seguono il metodo e utilizzano i materiali Montessori ma in un contesto meno strutturato. Una delle caratteristiche principali del metodo è di sostenere lo sviluppo dell’autonomia del bambino, il motto di Maria Montessori era “Aiutami a fare da solo”.
  • scuola Steineriana o Waldorf: come per le scuole Montessori, spesso le scuole parentali Waldorf sono portate avanti come le scuole waldorf vere e proprie, seguendo i principi e i metodi di Steiner. La pedagogia Waldorf al contrario di quella libertaria ritiene che il bambino debba essere guidato nel suo sviluppo, inoltre punta molto sull’arte, sulla musica e sul lavoro manuale per sostenere le naturali inclinazioni dei bambini.

 

Esistono diverse altre realtà più piccole come la scuola nel bosco che sta prendendo sempre più piedi, la scuola biocentrica che nasce dalla biodanza, la scuola senza zaino (presente anche nella scuola pubblica) e molte altre piccole realtà che non hanno un orientamento specifico o ne combinano diversi insieme. Ci sono anche le comunità religiose che creano le scuole parentali religiose, molto attive sono per esempio le scuole parentali cattoliche.

Se conoscete una scuola parentale segnalatelo nei commenti indicando anche l'orientamente pedagogico se presente, 

L’esame di fine anno

Dall’anno scorso, con l’entrata in vigore della Riforma della Buona Scuola, è stato regolamentato anche l’esame di fine anno per tutti i bambini che sono in istruzione parentale. L’esame è stato scelto come metodo di controllo e viene effettuato a giugno ogni anno in una scuola statale o paritaria.

Solitamente le scuole parentali già avviate da alcuni anni si appoggiano ad una scuola di riferimento che può anche non essere nel territorio. Le scuole parentali Montessori e Steineriane portano i bambini tutti insieme a fare l'esame in una delle loro scuole parificate in modo che diminuisca il divario tra il metodo utilizzato per l’apprendimento e quello utilizzato per la valutazione. 

I bambini devono comunque dimostrare di aver appreso le competenze minime richieste per ciascuna classe e che sono specificate nelle Indicazioni Nazionali  del Ministero dell'Istruzione.

 

Le scuole parentali prima dei 6 anni

L’istruzione è obbligatoria in Italia dai 6 ai 16 anni quindi prima dei 6 anni non si parla propriamente di istruzione parentale o di scuola parentale poiché non è necessario da parte dei genitori comunicare alla scuola le proprie scelte. L'asilo non è obbligatorio per i bambini e l'asilo parentale può essere una buona possibilità per soddisfare la voglia e l'interesse del bambino a condividere il tempo con altri bambini e a frequentare ambienti diversi da quelli abituali dove possano trovare nuovi stimoli.

Per questo motivo sono molti i progetti di scuole parentali che accolgono i bambini fino ai 6 anni, in alternativa al classico asilo o baby-parking, in questi “asili parentali” si dà solitamente molta importanza al gioco e alla relazione tra i bambini nonché ad alcuni aspetti educativi che riguardano questa fascia di età. Inoltre spesso le scuole parentali hanno sia il gruppo di bambini 3-6 anni che quello della fascia d'età successiva quindi può essere un buon modo per iniziare a familiarizzare con l'ambiente e con il gruppo di genitori.

 

Scuole parentali e vaccini

Cerchiamo di dirimere un’annosa questione, molte persone pensano, erroneamente, che l’obbligo di vaccinazione della legge Lorenzin riguardi solo i bambini che frequentano la scuola, in realtà l’obbligo sussiste per tutti i bambini da 0 a 16 anni, indipendentemente dalle scelte che riguardano l’istruzione.

"[...]per i minori di età compresa tra zero e sedici anni e per tutti i minori stranieri non accompagnati sono obbligatorie e gratuite [...] le vaccinazioni di seguito indicate[...]" 
Legge 119/2017 Art 1 comma 1 

Per i bambini fino a 6 anni il mancato assolvimento dell’obbligo potrebbe comportare l’esclusione dall’asilo mentre per i bambini da 6 a 16 anni la legge ha scelto di far prevalere il diritto all’istruzione e il mancato assolvimento comporta solo una sanzione amministrativa.

Da ciò si comprende bene che le scuole parentali non sono un “rifugio” per chi non vuole vaccinare.  E' vero però che molti genitori, che hanno subito o hanno paura di subire un allontanamento del bambino dall'asilo o un atteggiamento di esclusione sociale, hanno cercato soluzioni alternative tra cui quella delle scuole parentali.

 

 

Lasciate nei commenti le vostre esperienze che riguardano le scuole parentali!

 Per approfondire

I vostri figli hanno bisogno di voi. Perché i genitori oggi contano più che mai
di Gordon Neufeld , Gabor Maté, e al.

Non sono mai andato a scuola. Storia di un'infanzia felice
di André Stern e M. Karam

How Children Learn
di John Holt

Liberi di imparare. L'esperienza di scuola non autoritaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti
di Francesco Codello e Irena Stella 

Fuori di testa. Perché la scuola uccide la creatività
di Ken Robinson

 

di Barbara Lamhita Motolese

 

Immagine: Children at Montessori school... on Shuttestok.com 

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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