Bimbi: cibi industriali meglio di quelli naturali? Vietato disinformare

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Diamo spazio a questo importantissimo comunicato dei pediatri ACP sull'importanza di utilizzare alimenti freschi e di produzione familiare per lo svezzamento dei neonati e l'alimentazione dei bambini. Vi avevamo scritto su "I bambini, il cibo e ...le scelte giuste" dell'assurda posizione espressa dai pediatri della FIMP che solo pochi giorni fa ribadisce “Le famiglie europee sono raggiunte da messaggi che tendono a presentare come ‘baby food’ cibi e alimenti sui quali non esiste chiarezza tossicologica e scientifica. La pediatria europea desidera ricordare alle famiglie e alle industrie che solo il pediatra è garante dell’equilibrio nutrizionale di singoli alimenti”....

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I pediatri ACP contestano la presupposta scientificità circa la maggiore qualità e sicurezza del baby food industriale rispetto ai prodotti naturali. I medici pediatri garantiscono per la nutrizione dei bambini, ma non sono i portavoce dell’industria e non possono disinformare e creare confusione nelle famiglie.

Per crescere sani, i pediatri ACP ribadiscono: allattamento al seno nei primi mesi di vita e poi tanto buon senso, un’alimentazione sana ed equilibrata per tutta la famiglia, magari scegliendo i prodotti biologici.

I pediatri dell’Associazione Culturale Pediatri intendono dissociarsi dalle raccomandazioni sui vantaggi degli alimenti  industriali  specifici per l’infanzia per la nutrizione dei bambini, recentemente diffuse  in un depliant per le famiglie dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP).

 

Nel depliant si legge che: «Il 50% della frutta fresca contiene livelli di pesticidi non idonei all’alimentazione infantile» e che: «il 35% del grano in Italia contiene residui di pesticidi troppo elevati per l’alimentazione infantile».

 

Quindi è preferibile dare ai bambini frutta industrialmente preparata piuttosto che frutta fresca?

La Fimp parla come organo scientifico, ma nei toni e nella sostanza riporta quanto affermato da una nota campagna pubblicitaria del marchio leader del baby food in polemica con un’altrettanto marca leader di prodotti alimentari (inutile girarci intorno la guerra è quella tra Plasmon e Barilla).

I pediatri non dovrebbero prestarsi a questi “giochi” di concorrenza industriale. Per questo l’ACP ricorda che i dati riportati da Fimp nel comunicato a supporto della validità di queste affermazioni sono ampiamente discutibili.

La normativa sui pesticidi. In tutta l’Unione Europea, da settembre 2008 è in vigore un nuovo regolamento che modifica le disposizioni per i residui dei pesticidi (Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 febbraio 2005.). La legge indica i limiti quantitativi tollerabili per la sicurezza alimentare di tutti: adulti e bambini. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) verifica che tale residuo sia sicuro per tutte le categorie di consumatori, compresi i gruppi vulnerabili come i neonati, i bambini e i vegetariani.

Per questo i pediatri dell’ACP:

  • intendono rassicurare e incoraggiare tutti quei genitori che, intorno al sesto mese di vita, ricorrono all’alimentazione complementare a richiesta del bambino, utilizzando gli alimenti che essi stessi assumono;
  • ribadiscono l’importanza di un’adeguata informazione ai genitori per un’alimentazione salutare per tutta la famiglia e si impegnano a realizzare campagne di stampa ad hoc;
  • incoraggiano una dieta ricca di frutta, verdura e vegetali per tutta la famiglia, ricorrendo quando è  possibile ai prodotti a filiera corta e in questo caso spesso anche biologici. (anche ricorrendo alla partecipazione a gruppi di acquisto solidale, i cosidetti G.A.S.);
  • ritengono che l’assunzione di cibi industriali penalizza la cultura del cibo propria delle diverse popolazioni e delle diverse famiglie attraverso la delega a “terzi più esperti” anche del semplice atto del nutrire il proprio figlio;
  • si impegnano a continuare a battersi per sensibilizzare gli  enti preposti alla sicurezza alimentare per migliorare sempre  di più le leggi e i regolamenti, insieme anche alle associazioni a tutela dei consumatori;
  • ritengono che le azioni di advocacy per mettere a tavola cibi sicuri rientrano nel più vasto capitolo della salvaguardia dell’ambiente, obiettivo prioritario di salute pubblica.  Gli interventi devono essere “politici” e devono ricadere su tutta la popolazione, con inclusione ovviamente delle fasce più vulnerabili (feti ed embrioni compresi);
  • mettono in risalto che la promozione dei cibi dell’industria per i bambini penalizza le famiglie meno abbienti, e peggiora la qualità dell’ambiente attraverso la moltiplicazione dei rifiuti da imballaggio e il loro smaltimento e il trasporto attraverso i territori.
  • Infine,  l’ACP ritiene che, nell’ambito del generale principio di trasparenza, documenti di questo genere comportino  - come accade in tutto il mondo - la necessità di dichiarare la fonte di finanziamento alla base della campagna di informazione.

Dott. Paolo Siani – Presidente ACP
Dott. Giacomo Toffol - Responsabile gruppo Ambiente/Pediatri per un mondo possibile ACP
Dott. Sergio Conti Nibali - Responsabile gruppo Nutrizione ACP

Per informazioni

Lucilla Vazza – Ufficio stampa ACP, tel. (+39).393.9484809, mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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