Meglio il nido, la tata o i nonni?

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E' giusto mandarlo all'asilo nido o è meglio che il bambino stia con i nonni o con la tata?

In un quadretto ideale un bebè nasce in una famiglia con due genitori che nei primi anni di vita possono dedicarsi a lui o a lei, alternandosi nella cura in modo che entrambi abbiano anche una propria vita personale e professionale appagante.
Ecco, ora prendiamo questo quadretto e mettiamolo in soffitta perché da lassù ci ricordi qual è la strada ma che non sia di intralcio con assurdi sensi di colpa.

 

Tutti noi vogliamo il meglio per i nostri figli ma ognuno di noi ha una sua specifica situazione di vita, un conto in banca diverso e può fare affidamento su risorse di tipo diverso. Prima di chiederti se è giusto mandare il tuo bambino all'asilo nido è importante porti almeno due domande:

  • Quali sono le nostre risorse?
  • Quali sono i nostri limiti?

Nota bene, ho parlato al plurale perché il papà e in qualche modo anche i membri delle famiglie di entrambi, se sono vicini e in buoni rapporti, sono in qualche modo coinvolti quando nasce un bambino.

Meglio il nido o la mamma?

In molte famiglie, per motivi diversi, uno dei due genitori non lavora, solitamente è la mamma, ma ultimamente sta crescendo il numero di famiglie in cui è il papà a stare a casa. 
Spesso ai genitori che scelgono (a volte per scelta obbligata) di stare a casa e occuparsi dei figli direttamente viene detto che "i bambini stanno meglio al nido perché socializzano". 

La realtà, supportata da numerosissimi studi, è che il bambino nei primi anni di vita ha molto più bisogno di "attaccarsi" ad una figura adulta piuttosto che di socializzare con gli altri bambini. Queste frasi nascono dalla convinzione, tipica della nostra cultura, che il distacco precoce sia un incentivo all'indipendenza e all'autonomia, in realtà più il bisogno di attaccamento sarà soddisfatto più il bambino avrà basi solide da cui partire con fiducia verso il mondo esterno.
 
E' importante sapere però che man mano che il bambino cresce avrà bisogno di una quotidianità sempre più stimolante: avrà bisogno di uscire (sì anche d'inverno!), avrà bisogno di vedere la vita intorno a lui e avrà sempre più bisogno di interazione, di giochi o oggetti da manipolare, impilare, mangiucchiare...in sostanza avrà bisogno che qualcuno si occupi di lui attivamente; che organizzi spazi, tempi e modi, lasciando anche ampi margini di movimento al bambino per creare la sua realtà.

Questo duplice bisogno del bambino di avere una figura adulta di riferimento e di vivere una quotidianità a sua misura, ma ricca di stimoli, è ciò che dobbiamo creare e cercare per il bambino, sia che lo teniamo con noi, sia che lo affidiamo al nido.

Meglio il nido o i nonni?

Questo è un altro eterno dilemma, meglio lasciare il bimbo ai nonni che sono parte della famiglia oppure mandarlo al nido?
Lasciando da parte il tema economico, che dipende dalla vostra particolare situazione, possiamo dire che in linea generale i nonni sono una parte importante della vita dei bambini, hanno un grande affetto per i nipoti e fanno parte della memoria storica della famiglia.

Il loro ruolo è importante perché sono liberi da quegli "obblighi educativi" che ricadono sui genitori.

I nonni sono quelli che portano le caramelle e comprano le figurine dal giornalaio, quelli che si possono permettere di infrangere qualche regola e per questo vengono adorati dai bambini. Tutto questo però decade nel momento in cui i bambini passano la maggior parte del loro tempo insieme ai nonni i quali, in questo modo, vanno ad assumere un ruolo educativo importante. In questo caso può essere difficile bilanciarsi tra questi due ruoli. Non dimentichiamo inoltre che occuparsi di un bambino è un compito che richiede moltissime energie e molto spesso i nonni offrono la propria disponibilità per senso del dovere, ma sentono di non avere le energie necessarie, in partcolare se sono avanti con gli anni.

La scelta di lasciare il bambino ai nonni per tutto il tempo in cui i genitori lavorano va quindi valutata molto bene. Ricordate comunque che nessuna scelta è per forza definitiva, se dovete tornare al lavoro quando il bambino ha 3 mesi e vi sentite più sicuri nel lasciarlo alla vostra mamma invece che ad un asilo, potete sempre modificare la vostra scelta e inserirlo al nido più avanti, soprattutto se iniziano ad esserci difficoltà relazionali dovute alla differenza di stili educativi.

Meglio il nido o la tata?

La tata, una parola un po' d'altri tempi, sta ritornando di moda a causa degli orari lunghi che spesso vengono richiesti nel lavoro, non è solo una baby sitter che viene chiamata all'occorrenza ma una persona che fa le vostre veci in casa quando non ci siete occupandosi del bambino e magari anche della casa.

Dal punto di vista pratico la tata è sicuramente la soluzione più comoda (e anche la più costosa), non dovrete preoccuparvi quando il bambino si ammala o quando l'asilo è chiuso. 
E' importante però che la tata sia scelta con cura, oltre a occuparsi attivamente del bambino organizzando i ritmi giusti e le attività che possono essere stimolanti, come abbiamo già detto, deve anche corrispondere alle vostre scelte educative ed essere in grado di prendersi cura del bambino quando non sta bene. 
Oltre che parlarle direttamente potreste farvi consegnare delle referenze e parlare con gli altri genitori che l'hanno già scelta in passato per capire bene se è la persona giusta per la vostra famiglia.

bambino famiglia

Il distacco: prendersi il tempo giusto

Che optiate per i nonni, per la tata o per l'asilo nido, ci sarà un momento in cui dovrete lasciare il vostro bimbo o la vostra bimba alle cure di un altro adulto, questo potrebbe non essere un passaggio così facile, sia per voi che per vostro figlio, è normale e sano che sia così! 

Molto stress potrebbe essere evitato dedicando tempo a questa transizione, per esempio passando del tempo insieme alla persona che se ne prenderà cura in modo che sia già una persona di fiducia (sia per voi che per il vostro bambino) al momento del distacco.

Se avete scelto l'asilo nido avrete un tempo per l'inserimento già pianificato dalla scuola, inoltre molti asili organizzano dei momenti in cui i genitori partecipano alle attività in modo da trasmettere ancora di più al bambino il messaggio che l'asilo è un posto di fiducia dove passa alcune ore del suo tempo per poi ritornare a casa. Non abbiate timore a chiedere al nido di personalizzare il momento dell'inserimento ai bisogni di vostro figlio. I bambini devono arrivare a capire che quello è un luogo dove c'è una persona adulta affettuosa e disponibile a cui poter sempre fare riferimento, un luogo in cui possono stare bene e che noi torneremo a prenderli.

Anche se l'inserimento non presenta problemi, in questo passaggio il bambino potrebbe avere comportamenti diversi dal normale: un bambino che già dorme nella sua cameretta potrebbe voler trascorrere del tempo nel lettone con voi oppure potrebbe avere bisogno di una dose supplementare di coccole a fine giornata o di una ciucciata in più se è ancora allattato. E' solo la sua esigenza di sapere che ci siete ancora e che il vostro amore non è diminuito. Non abbiate timore di dargli dei vizi o delle cattive abitudini, la vostra disponibilità aiuterà il piccolo a sapere che può sentirsi al sicuro e prendersi il suo tempo per abituarsi alle diverse situazioni. 

Occuparsi dei bambini è il compito più impegnativo

Purtrippo il riconoscimento sociale nei confronti di chi si occupa dei bambini nella nostra cultura è veramente basso, in particolare se è il genitore stesso.

Ma sappiamo che è un compito molto impegnativo, oserei dire il più impegnativo tra quelli che normalmente svolgiamo nel corso della nostra vita. E' impegnativo dal punto di vista fisico poiché richiede l'adattamento ad un ritmo veglia-sonno continuamente diverso e spezzettato, è impegnativo psicologicamente perché non ti lascia spazi di riposo ed è impegnativo emotivamente perché ti obbliga a confrontarti con te stesso continuamente.

Lo sa bene chi si occupa dei bambini come professione e molto si sta facendo per evitare il cosiddetto "burn-out" degli educatori.
Ma anche nei genitori questo rischio è molto alto soprattutto quando scelgono di prendersi cura del bambino full-time, è importante quindi cercare spazi personali di riposo in cui "scaricare" il peso della giornata e in cui poterci "nutrire". C'è chi ama lo sport e chi preferisce meditare, chi esce con gli amici e chi passeggia da solo, non importa la modalità con cui scegliamo di ricaricarci, l'importante è sapere che è importante avere questi momenti per evitare di saturarci e non essere più in grado di prenderci cura del nostro bimbo serenamente.

Ci possono venire in aiuto anche molti servizi che si sono sviluppati in questi anni per i bambini fino a 3 anni, al classico asilo nido si sono infatti affiancate esperienze di centri per genitori e bambini, ludoteche e baby parking. Per chi ha un lavoro saltuario o per chi non ha aiuti familiari possono essere luoghi dove poter lasciare qualche ora il proprio bambino o dove passare del tempo per arricchire quel bagaglio di esperienze di cui il bambino ha bisogno.

 

 

di Barbara Lamhita Motolese

Immagine principale: Young beautiful mother holding cute little baby boy smiling e Happy young family on Shutterstock

 

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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