Un tempo allo scoccare dei 6 anni si iscriveva il proprio figlio all’unica scuola elementare del paese, oppure, nel caso delle città, in quella più vicina, in quella più comoda per “prendere e portare”.
Oggi sempre più genitori mettono al vaglio molte altre variabili durante la scelta della scuola elementare: la qualità degli insegnanti, il numero delle classi, il numero di bambini per classe, la presenza oppure no di un’area verde per giocare, fino a valutare per esempio istituti privati che garantiscano una determinata istruzione che non si trova solitamente nella scuola pubblica (istituti montessoriani, steineriani, religiosi, ecc.).

Ma la scuola pubblica è proprio così dissestata come leggiamo sui giornali? Forse sì ma alcune realtà felici esistono e in questo articolo Felicita Quagliozzi ci racconta la sua esperienza alla scuola Rinnovata Pizzigoni di Milano e il percorso che l'ha portata verso questa scelta.

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Un anno fa, di questi tempi, non sapevamo dove sbattere la testa.  Come tante famiglie milanesi, affrontiamo un busillis che non si risolve a tavolino. La cinquenne di casa va iscritta ad una scuola elementare. Già, ma quale? Quella di zona è, per vari motivi, improponibile. Abbiamo fatto domanda a quella di via San Giusto: bella, pubblica, a "orientamento sportivo e musicale", ma soggetta ai capricci di un bacino d'utenza artificiale che ci ha relegato all'ottavo posto in lista d'attesa. In pratica, un 'NO'.