Quando mio figlio piange

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Non si ride allo stesso modo, non si piange allo stesso modo...

Non si ride allo stesso modo e non si ride per gli stessi motivi; lo stesso vale per il pianto, anche se ci soffermiamo molto meno a pensarci.

Credo profondamente nelle differenze e anche che la loro percezione sia importante.
Non si ride allo stesso modo e non si ride per gli stessi motivi; lo stesso vale per il pianto, anche se ci soffermiamo molto meno a pensarci.

Forse perchè una risata grassa o una risata secca, una sibilante o una a bocca aperta fanno più parlare di se', mentre il pianto continua ad essere una macchia che tendiamo a nascondere.

Io invece ho sempre pensato che dovremmo accettare il pianto allo stesso modo del riso perchè esattamente allo stesso modo parla di noi, di quello che ci passa sopra il cuore come una nuvola, ma soprattutto ci appartiene.

Credo che solo chi è cosciente e consapevole di se stesso mentre piange lo sia del tutto anche mentre ride a crepapelle e si viva se stesso da ogni angolazione.

Mio figlio piange come ogni bambino e come tutti piange in maniera diversa a seconda di quello che lo agita o che vuole mostrare.

Quando fa "il pentolino" (il nostro modo di descrivere gli angoli della sua bocca che si rivolgono verso il basso e il mento che sembra venire in fuori come un pentolino per bollire l'uovo) significa che l'affare è serio: il pianto che inizia così è quello di delusione, frustrazione e sofferenza; è quello che lo fa tentare di trattenere le lacrime ma che non può contenere.

Quando piange con la testa rovesciata all'indietro e a bocca aperta è il meno grave: o si tratta di un capriccio, o è stato ferito nell'orgoglio ed è la rabbia che lo fa essere scenico.

Le lacrime silenziose, con il pugno che si struscia gli occhi e la testa rivolta verso il basso sono quelle di preoccupazione e di dolore, sono quelle in cui si abbatte e teme la nostra arrabbiatura. E come tutto ciò che è silenzioso, va tenuto in considerazione se se ne vuole limitare i danni.

Mio figlio piange come ogni bambino ma potrei descrivere ogni piccolo gesto e sfumatura che rende ogni suo pianto differente. Osservarlo e conoscerlo è l'impegno più grande perchè l'amore vorrebbe farmi soffocare le sue reazioni e asciugare le lacrime prima che cadano, o la rabbia di altre situazioni, all'opposto, potrebbe farmi sottovalutare quello che vuole comunicare.
Sospesa in questo equilibrio tra guardarlo e raggiungerlo, come in un gioco di messa a fuoco e poi di scatto di una foto, soffro con lui, anche quando ha torto, anche quando non ha motivo di piangere, anche quando non dovrebbe farlo perchè è un capriccio.

In fondo quegli occhi, quelle mani e quella bocca io li ho covati dentro di me per un tempo piccolo che mi ha cambiato per sempre.

di Monia Scarpelli, 
autrice di “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane
www.moniascarpelli.it

Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

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