12 Aprile 2011

Le crisi dei "terrible two" si risolvono con l'allattamento

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In occidente i genitori sono sfiancati dai "capricci" dei bambini tanto che è stata coniata la parola "terrible two" che indica quella fase di crescita che va dai 2 ai 3 anni caratterizzata da crisi continue, no urlati a squarciagola, pianti disperati per ogni limitazione imposta, ecc.

Ma non è così ovunque, in Africa i capricci sono quasi del tutto sconosciuti. Abbiamo tradotto per voi questa splendida testimonianza scritta da Claire su InCultureParent e di cui avevamo già pubblicato il bellissimo articolo: I bimbi africani non piangono, qual è il segreto. Claire è una mamma africana, che vive da anni in Inghilterra e in questo articolo racconta perchè le crisi di pianto e di conflitto tipici di quando i bambini hanno un paio d'anni, nella cultura africana sono sconosciuti e dello stupore di scoprire che ciò che in Africa è considerato "la norma" in Europa è una pratica strana tanto da meritare un nome: allattamento prolungato.

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Viviamo in un tempo che è sempre più distante dai ritmi naturali. Più spesso di quanto pensiamo, imponiamo i nostri ritmi ad un mondo che è stato regolato dalle leggi della natura da sempre, e poi ci domandiamo il perché di tante devastanti conseguenze.

I bambini, in particolare i piccoli, che nascono programmati per seguire i loro istinti, ci mostrano questo scontro in modo perfetto. L'età in cui cominciano a camminare, fino ad oltre i due anni, può essere davvero sfidante. I bimbi cominciano a sperimentare la mobilità, ad esprimersi e a scoprire la loro identità separata dalla mamma. Così le mamme moderne sanno bene che esiste una fase chiamata i "terrible two", cioè la difficile fase tra i 2 e i 3 anni, quella dei no, delle crisi, delle scenate di pianto, della testardaggine dei bimbi… Eppure, nella mia esperienza, i bambini africani non passano questo periodo. Perché c'è così grande differenza? La risposta è l'allattamento al seno.

In molte culture africane è normale allattare almeno fino verso i 3 anni del bambino. Inoltre è normale per i bambini fino a sei o sette anni ricominciare a poppare quando arriva un fratello più piccolo. Io sono cresciuta e ho vissuto sia in Africa che in Europa, e mi ha affascinata scoprire che ciò che è considerato normale in Africa, in Europa ha un "nome": allattamento prolungato…

Allattare bambini che sanno camminare o parlare, rispetto ad allattare un neonato, è più facile che generi il giudizio delle persone. Molte società hanno stabilito, in modo arbitrario, l'età in cui non è più considerato accettabile per un bambino fare certe cose. Nella mia personale esperienza è proprio quando i bambini cominciano a scoprire se stessi e il mondo intorno a loro che si sentono più vulnerabili. L'allattamento rappresenta il conforto, la vicinanza e la sicurezza di cui loro hanno bisogno.

Quando trasciniamo i nostri bambini nel turbinio del tran-tran che è la nostra intensa vita quotidiana, l'allattamento ci assicura quel tempo e quello spazio fatto per riconnetterci davvero ai nostri figli. Per non parlare del fatto che l'allattamento risolve le due cause che i genitori citano come le più frequenti degli accessi di collera dei bambini: "ha fame", "è stanco". Se hanno fame, il seno assicura il cibo, se sono stanchi allora il seno consentirà loro di prendersi una pausa da ciò che li sta fortemente disturbando in quel momento. Dà anche alla mamma la possibilità di fermarsi e dissipare la tensione di quel bambino affranto.

Ricordo di aver chiesto a mia nonna, che mi aveva sempre dispensato saggi consigli sull'allattamento, fino a quando avrei dovuto allattare mia figlia. Lei disse che mia figlia avrebbe smesso non appena sarebbe stata pronta. Sono molto felice di averla ascoltata, ha fatto una grande differenza quando ha cominciato a sentirsi indipendente nel muoversi e comunicare. Nelle situazioni più tese per lei, poteva fermarsi e poppare: se si era fatta male, o se aveva solo bisogno di sapere che io c'ero.

Ciò che non mi aspettavo era l'effetto profondo che l'allattamento aveva anche su di me. In momenti in cui quello che io volevo cozzava con ciò che desiderava lei, ci consentiva di rompere la tensione tra noi in modo dolce. Era un modo alternativo di dire "time out". Proprio quando eravamo nel bel mezzo di una scena che sarebbe potuta diventare orrenda, mi ritrovavo a guardare il viso di mia figlia che poppava e a quel punto non vedevo più una bambina urlante, ma solo una bimba ancora molto piccola e che lottava con la vita come fa ognuno di noi. La sua poppata mi dava il tempo di respirare e quando lei aveva finito avevamo entrambe dimenticato qual era la ragione di tutta la scenata.

 

traduzione a cura di Barbara Siliquini

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Commenti  

Livia
# Livia 2015-01-05 13:21
da leggere
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bs GenitoriChannel
# bs GenitoriChannel 2015-01-05 15:01
:-)
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