Quando i figli non comunicano

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All’interno della famiglia si sviluppa la prima rete affettiva importante; con il tempo si passa da una relazione di dipendenza totale ad un progressivo mutamento della relazione, in cui cresce la reciproca autonomia e si strutturano relazioni importanti anche con il mondo esterno.

Il periodo dell’adolescenza è il momento dei grandi mutamenti familiari: i genitori dovranno confrontarsi con la richiesta  del figlio di andare in discoteca il sabato pomeriggio o di uscire per un cinema la domenica. Il genitore avrà difficoltà nel ritrovare nell’attuale figlio (insofferente e un po’ scorbutico), il bambino disponibile e affettuoso di allora. Pertanto dovrà accettare ed elaborare questo sentimento di “abbandono” ma nello stesso tempo continuare ad essere verso il figlio figura sia di sostegno (per una maggiore autonomia) che di supporto nell’accudimento.

Pertanto la famiglia ricercherà nuovi equilibri: potrà essere sempre impegnata nel conflitto o viceversa essere intollerante verso ogni differenziazione.

Ricordo una madre sofferente perché la figlia adolescente non voleva più condividere con lei i suoi pensieri e i suoi accadimenti. La madre aveva un terribile bisogno di essere nutrita da quei racconti, perché la facevano sentire bene, perché la distraevano dalla propria vita. Sentendosi rifiutata iniziò a sbirciare sul diario della figlia ad origliare alla porta quando questa telefonava ad una sua amica. Questo atteggiamento della madre in realtà nascondeva una profonda depressione. Purtroppo la sofferenza  genera altra sofferenza: la figlia vedendo la madre più apatica e più nervosa era divorata dal senso di colpa e dal desiderio di rinunciare alle sue uscite pur di ristabilire quella apparente quiete di allora.

Va da sé che questi legami non hanno soluzione e che il solo modo per uscirne fuori è per l’adulto confrontarsi con altri adulti e restituire lo spazio vitale per le “esercitazioni di volo” dell’adolescente.

Inoltre la fase adolescenziale dei figli spesso corrisponde ad una fase dei genitori molto delicata: la loro relazione è avanti negli anni, ci si sente “stanchi e mal ripagati” per gli sforzi finora fatti, per non parlare dell’avanzare dell’età...

Tutti i membri sono spinti all’esterno della famiglia da una forza centrifuga. Tutti presi da questa “febbre”: l’adolescente sembra aver risvegliato le passioni anche negli adulti e sono poche le coppie che si riscoprono tali; spesso questa ventata di passione non viene riscoperta ma cercata fuori la famiglia, portando a scivoloni affettivi che mal si tagliano ad una condizione di adulto.

Tutto è molto veloce e i genitori sentono che non hanno più presa sul figlio: destabilizzati per la difficoltà di comunicazione con il figlio adolescente, il sentirsi dire le bugie, il fatto che abbia dei segreti.  Domande come : “dove va? Chi frequenta? Perché mi ha mentito?” Sono domande frequenti che si pongono senza avere risposte certe.

Andrà ricercato un nuovo modo di comunicare basandosi su schemi alternanti di uguaglianza e di differenziazione, senza far prevalere in modo assoluto uno dei due aspetti.

 

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
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Luisa Marchionni

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
marchionni.luisa@gmail.com

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